domenica 8 marzo 2009

Il laboratorio linguistico del liceo






Al liceo dove vado io, c'è un laboratorio linguistico.
Piccolo, un po' scassato, con poche postazioni, ma pur sempre laboratorio linguistico è.
Fino all'anno scorso il comando assoluto dell'aula era detenuto dalla prof di francese, che quest'anno ha dovuto cambiare scuola per un trasferimento, così ora è in balia del nuovo tecnico.
Il laboratorio era adornato da poster e cartelloni, locandine e manifesti, colorato e accogliente come poche altre aule del liceo sapevano essere, nelle lezioni là dentro ti sentivi in una piccola Francia, allegra e tecnologica, pronta a cacciarti nel cervello una serie di nuovi vocaboli francesi che ti avrebbero perseguitato per tutta la mattina, mentre cercavi di capire da che diavolo di idioma fossero tratti, perchè quello, poco ma sicuro, francese non era.
In ogni caso, quest'anno, per la prima volta dopo il cambio di prof, siamo rientrati.
Il nulla.
Non più un poster, non un cartellone, una scritta colorata.
Muri spogli e grigi ci attendevano, svutotati da tutto il colore e il francese che li adornava.
Dopo il primo shokkante impatto ci siamo seduti ai nostri posticini, davanti agli schermi dei nuovi computer (che la precedente prof si sia portata via non solo i poster [che comunque forse sono ancora lì, arrotolati e sopra un armadio, ma pur sempre lì] ma anche gli schermi?), e abbiamo diligentemente aspettato di cominciare la lezione.
Abbiamo aspettato per un'ora intera.
Il laboratorio era impazzito, straziato dalla malinconia per la precedente detentrice del potere.
Non c'era più una cuffia, uno schermo, un computer che seguisse le istruzioni digitate dalla nuova prof.
Schermi che lampeggiavano e si bloccavano quando decidevano loro, lettori di cassette che si aprivano a ritmo, creando un clac-clac che di inquietante avevano non poco, fischi che partivano da non si sa quale radio nascosta, le cuffie e i microfoni che mettevano in comunicazione alunni a caso, cambiando interlocutore ogni pochi minuti.
Ragazzi, mai fatta tanta vita sociale come in quell'ora.
Ho chiaccherato con tutti i membri della classe, un po' per uno non fa male a nessuno.
A nessuno tranne che al povero nuovo tecnico di laboratorio, Matteo, arrivato quest'anno giovane ed inesperto dopo sei anni passati sui banchi dell'itis.
Un tecnico così coccolo non era mai capitato a nessuno!
Ma povero giovine, oltre all'essere coccolo non capisce una dannata acca di informatica, e l'unica cosa che è riuscito a fare è stata staccare la spina e spegnere il computer centrale.
Lasciando accesi tutti gli altri, che hanno continuato la loro anarchia senza fare una piega.
La prof nuova era esasperata, la classe in giubilio e nel caos!
Che sia stata la prof di prima, che in un impeto di rabbia e invidia verso la sua sostitutrice, abbia deciso di renderle la vita impossibile tranciando qualche cavo e cambiando qualche comando?
O che abbia lanciato un incantesimo?
D'altronde, lo diceva pure lei che aveva poteri paranormali...

1 commento:

  1. ah bei tempi delle macchine da scrivere.
    prima dell'avvento dei pc nelle classi, da noi sia usavano le automatiche.
    un mio compagno mi faceva i biglietti con tutte le letterine con scritto tvtb.
    intere strisce di carta:)
    poi i pc. e prima che la prof ci capisse qualcosa, durante i compiti in classe si stampava un unica copia per 25 persone dalla stampante condivisa. ovviamente il piu' bravo eseguiva per tutti. :)))

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