domenica 15 marzo 2009

Mary The Hairdresser & Lapo Gianni De Ricevuti





La parrucchiera Graziella si è fatta rifare completamente il negozio.
Fino a un mese e mezzo fa, quando entravi da "Graziella ti fa Bella" ti trovavi in una semplice salone da parrucchiera: a sinistra le poltroncine d'attesa con "Oggi" e "Novella-di qualche millennio" in allegato, davanti a te il mobile con i prodotti in vedita, a destra le poltroncine da taglio e lavata di capo.
La Graziella, poi, era una classica sioretta cinquantenne consapevole del mezzo secolo che aveva alle spalle.
Allegra e grassottella, si è sempre data alla ciacola con incredibile facilità e, non avendo potuto studiare da giovane, quando pontifica con le clienti l'unico argomento in cui dà una vera opinione di cui era sicura sono le creme, gli shampi, i tagli.
Per qualsiasi altro argomento: "ah, mi no so che dirve, no go mia potuo studiar come voialtre".
E' simpatica, la signora Graziella! Discreta e a volte perfino timidona. Mai avrei pensato che potesse esisterne una, di parrucchiera così.
Tempo fa in negozio è apparsa sua figlia, MariaGrazia, trent'anni ora e trenta parole lette in tutta la sua vita. Una cima, insomma.
La Graziella sola sa quanti improperi e insulti si sono sentiti da clienti alle quali si era dedicata MariaGrazia!
Tinte sbagliate, ciuffi accorciati brutalmente, frangette da bambina a signore ottantenni venute per una semplice spuntatina, in poche parole un disastro. Semplicemente la rgazza non ci arrivava, per lei tutto era molto relativo e di insignificante importanza rispetto la chiacchera a cui si stava dedicando.
Al telefonino.
Sempre, sempre, sempre a telefonino.
Tagliava i capelli con il telefonino incollato all'orecchio, tingeva, spruzzava lacca, asciugava, lavava, tutto con il telefonino, strepitando a voce talmente alta da rendere partecipe delle sue conversazioni perfino la signora Irma, che abita due piani sopra il salone. E dopo undici anni di onorata carriera persiste a farlo.
A parte questi picoli inconvenienti, però, la MariaGrazia non aveva mai fatto particolari danni.
Non aveva mai espresso la propria personalità, per dirla così.
Cosa che ha iniziato a fare qualche mese fa, dopo il nefasto evento.
Il suddetto è stato il leggere "Oggi" e notare le varie vip italiane nelle pagine patinate.
Ha deciso di diventare come loro.
In quanto a cervello, la situazione era già sistemata, mancava l'aspetto.
Diciamocelo, MariaGrazia non è quesa gran bellezza.
Un naso come il suo lo noti anche con la nebbia, per dire.
Quello ce l'ha da quando era piccola, ma ora ha iniziato a fare la fighetta, ed è diventato veramente difficile non vedere i capelli, tinti fino ad assumere un colore fluorescente.
Tirata com'è, poi, ti sembra di vedere un manichino in movimento. L'espressione e l'attività mentale sono le stesse, gli indumenti anche.
Ha deciso di essere come le vips, e per essere come loro deve essere cool.
Il look era stato rinnovato.
Ma il salone della mamma non era certo cool.
E dunque pressa, pressa, pressa con continue richieste, alla fine la Graziella ha deciso di cedere, e di permettere la ristrutturazione.
Un mese e mezzo di lavori martellanti e perpetui, il salone che sembrava un paziente in convalescenza dopo un grave incidente, fasciato e bendato di reti e teloni, tutto in ristrutturazione, un'intervento di chirurgia plastica completo.
Tre giorni fa ha riaperto.
Ha cambiato nome: "Mary's the vip's hairdresser", stampato su un'insegna luccicante e ammiccante che brilla sopra l'entrata.
Le finestrone sono state tramutate in intere pareti di vetro, con stampate foto varie della Mary in dimensioni spropositate.
All'interno, un bianco accecante ti circonda, dalle poltroncine in pelle ai prodotti esposti.
Qualche macchia di colore brillante spunta qua e là, fluo in pendant con i capelli della Mary.
Carino, ma per uscirne con la vista ancora sana devi usare gli occhiali da sole.

Oltre al rinnovamento estetico, il rinnovamento è pure degli argomenti.
Non più le ricette dei tortelli alla cipolla o delle castagne con la panna, l'argomento ora è solo ciò che è cool, la vita, morte e miracoli dei vippppps più in voga, il computer, l'inglese!! L'inglese, la lingua del futuro, infarciamoci i discorsi, mettiamo lo slang, inseriamo l'accento, buttiamoci dentro tutto, che fa fiiiigo.
Ricordo che la Mary non ha questa gran testa, ha fatto le medie e il biennio della scuola per parrucchiere.

L'altro giorno sono andata a spuntarmi un po' i capelli.
Mentre la Graziella operava sulla mia chioma (mica mi fido di sua figlia!), ascoltavamo quello che diceva la Mary al telefono.
"E allora ti dicevo, sì... Cioè, ma Lapo con il trans, te lo ricordi ancora anche tu, vero? Che look trash che aveva quella... Ma dai...., Sìì, tipo, non so, ma i suoi hanno proprio sempre avuto un buon gusto... Io questi nomi inglesi proprio li amo, tipo, Christian. O Thomas! Ma Lapo non mi piace tanto, troppo straniero, mi sembra quasi tedesco."

Memorandum:
"Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io...."
Dante Alighieri, fiorentino e quindi italianissimo, scrive questo sonetto tra la fine del 1200 e l'inizio del 1300, riferendosi al suo amico Lapo Gianni de Ricevuti.
In quel periodo non mi sembra ci fosse ancora la moda di importare nomi esteri.

2 commenti:

  1. Zaque, tocca boicottare MAry, magari come faceva Emilie.
    Mettile un cartoncino nella fessura della porta del negozio o tra i bigodini con scritta la frase di sopra. con data autore e opera.
    ti prego:)

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